15 Novembre 2011
LO STATO PUGNALA ALLE SPALLE ATTRAVERSO LA SIMEST IMPRESE ITALIANE CHE PRODUCONO E COMMERCIALIZZANO ALL’ESTERO

La denuncia la coldiretti Calabria l’aveva già fatta ma ora trova complice lo Stato! I prodotti calabresi subiscono un danno di un miliardo di €uro l’anno dall’imitazione, contraffazione e taroccamenti vari dei prodotti agroalimentari simbolo della regione. E’ il fenomeno dell’ Italian Sounding il business dell’imitazione grazie all’utilizzo di nomi o immagini che richiamano l’Italia e nel nostro caso la Calabria e che ha cifre davvero stratosferiche. Un vero e proprio furto –commenta Pietro Molinaro presidente regionale di Coldiretti Calabria – una vera e propria piaga che trova nella Società SIMEST, controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che finanzia imprese italiane che producono e commercializzano all’estero prodotti che di italiano hanno solo il nome. Ad essere pugnalati alle spalle sono imprese che vogliono investire, giovani che direttamente nella gestione della impresa o indirettamente con i servizi qualificati, in primis marketing e comunicazione, collegati alle filiere produttive agricole potrebbero rimanere in Calabria. Una triplice rapina- rimarca Molinaro – che ci toglie menti, braccia e distintività territoriale a danno della nostra economia e dei cittadini consumatori. E’ stato accertato che i nostri salumi DOP, vengono duramente colpiti,  infatti è stato verificato che la Società Parmacotto partecipatata dalla SIMEST, vendono in un catena di negozi che la i salumi calabresi che godono del riconoscimento europeo e che di calabrese hanno solo il nome. Piuttosto che mantenere il valore aggiunto da noi –prosegue Molinaro – e utilizzare il Made in Italy come formidabile leva competitiva in un momento di grave crisi per creare nuove oppurtunità  di reddito, sviluppo e di occupazione, come auspicano tutte le forze sociali ed economiche,  si opta per mortificare le nostre attività e produzioni. Anzi, la SIMEST, con nostre risorse, finanzia all’estero imprese che commercializzano prodotti con una falsa identità di origine, utilizzando la manodopera dei paesi esteri e ivi creando valore aggiunto con i conseguenti svantaggi competitivi per il nostro sistema agroalimentare. Insomma si delocalizzano le produzioni e l’internazionalizzazione delle imprese viene interpretata e attuata in modo penalizzante per le nostre produzioni. Non possiamo stare fermi davanti a tanta protervia, pilotata non si sa bene da chi ma che ha una regia– rilancia Molinaro – quindi è partita una mobilitazione che coinvolgerà tutte le forze sociali e chiederemo ai Comuni, Province, Regione, Camere di Commercio, Associazioni consumatori e Parlamentari  di approvare e sostenere atti che manifestino concretamente il loro posizionamento a difesa della ricchezza dell’enogastronomia dei nostri territori e delle qualità delle produzioni: una sorta di diritti d’autore che spettano solo al nostro ingegno e al nostro lavoro.