26 Maggio 2011
LA COLDIRETTI CALABRIA COMMENTA LA RELAZIONE DEL PROCURATORE DELLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA PIERO GRASSO

Dal capitolo della relazione del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso sulle infiltrazioni mafiose nel settore dell’agricoltura emerge uno spaccato di una economia agricola, anche in Calabria, dove grava il peso della criminalità organizzata che inquina l’economia agricola ed agroalimentare  che va dalla produzione alla distribuzione. Un ulteriore furto che si aggiunge  a quelli di identità e di valore che da tempo stiamo costantemente denunciando –prosegue Molinaro – e che rischia di togliere fiducia ai cittadini e alle imprese agricole, ostacola il libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile. La fonte è così prestigiosa che vi è il fondato sospetto che siamo in presenza – aggiunge il presidente – di un sistema criminale capace di intercettare risorse pubbliche  da parte di aziende truffaldine, partecipate o collegate alla mafia. L’azione di Coldiretti sarà ancora di più di grande vigilanza e attenzione denunciando situazioni anomale e continuando nel proprio progetto economico e sociale, con una forte valenza etica, della filiera tutta agricola e italiana firmata dagli agricoltori, che ha come presupposto essenziale una struttura economico-finanziaria di base trasparente e competitiva, e chiede un sistema pubblico efficiente che garantisca la tutela dei diritti e delle relazioni contrattuali. In un contesto di vulnerabilità ambientale –prosegue Molinaro–l’impegno della singola impresa, che pure c’è, non basta e non è sufficiente se  le Istituzioni, con decisione, senza tentennamenti o “politiche zoppe” non attuano sistemi capaci di rafforzare la struttura produttiva, ad esempio ma non solo sull’accesso al credito:  questo è il giusto e responsabile atteggiamento per fare in modo che le organizzazioni criminose non aumentino il grado di pervasività. L’impresa agricola ed agroalimentare competitiva che Coldiretti promuove è quella che conosce i propri interlocutori: dipendenti, fornitori, clienti e questo mette automaticamente fuori chi non è per una economia legale. Comunque, conclude Molinaro – in Calabria c’è un grande pezzo di agricoltura che resiste, va avanti e produce dando un significativo contributo in termini occupazionali ed economici all’economia della regione con tanti giovani che hanno voglia di fare impresa.